Contenuto Ciascuno di noi, almeno una volta nella vita, ha detto: Scusami, non volevo.
Keywords Spettacolo a tappe, riflessione sul contemporaneo, volontà
con Emilio Bonelli
Regia di Luca Atzori
Cast completo: Emilio Bonelli, Nagi Tartamella
Costumi e scene: Monica Petronzi
Design del suono: Alessandro De Caro
Disegno luci: Ezio Olivato
Coordinamento per il Progetto Neuroni Specchio: Egidio Caricati
Spettacolo organizzato e promosso da
P-ARS Andrea Roccioletti Studio
Prima parte: lo spettacolo da fuori
Ciascuno di noi, almeno una volta nella vita, ha detto: Scusami, non volevo.
La questione della volontà è sempre presente, più o meno esplicitamente, nelle riflessioni religiose, filosofiche e scientifiche fin dagli albori dell’umanità. Strettamente correlato ai temi del libero arbitrio, dell’autocoscienza e dell’individualità di ciascuno di noi, il problema della volontà negli ultimi anni è diventato uno dei punti chiave della contemporaneità; molti sono stati gli strumenti usati per analizzarlo, dalla neurologia alle ultime teorie sociologiche, e molti i punti di vista che hanno cercato di formalizzare un paradigma per comprenderne i meccanismi di funzionamento.
Dai piccoli gesti quotidiani di memoria muscolare fino ai grandi dilemmi etici del nostro comportamento di fronte alle ingiustizie del mondo, esercitiamo la nostra volontà senza sapere esattamente come funziona, in modo naturale ed inconsapevole, eppure essa è responsabile del bene e del male, del dolore e della felicità, del passato e del destino nostro e di tutti quelli che ci circondano.
La volontà divisa vuole essere per il pubblico uno spunto di riflessione su queste tematiche; non parteciperà al sistema imperante che offre risposte preconfezionate ma inviterà a riconsiderare molte idee date per scontate a proposito della volontà personale di ciascuno di noi, e di come essa sia socialmente percepita da chi ci circonda.
Il pubblico si troverà ad assistere alla decisione irrevocabile di un uomo che non solo prenderà consapevolezza del fatto di non essere desiderato come parte integrante del consorzio umano, ma accetterà questa sua natura ribelle fino alle sue estreme conseguenze. Una delle accuse che muoverà alla società sarà proprio quella di essere tollerante e accogliente solo verso chi gioca secondo le stesse regole, ma di estromettere in modo tanto ragionevole quanto spietato chi non accetta i valori comuni socialmente condivisi.
Il protagonista dunque affermerà: questa natura che mi è toccata in sorte è la stessa che mi porta sofferenza e discriminazione. Da qui prenderà atto la sua riflessione sulla possibile, o meno, libera volontà di decidere come agire di conseguenza. Sarà compito dello spettatore valutare se questa posizione del protagonista, e la sua naturale ed immediata tragica decisione, sarà un gesto di accettazione del proprio destino oppure un estremo gesto di amore non corrisposto per l’umanità.
Lo spettacolo si avvarrà dei linguaggi dell’arte teatrale, della danza e della performance artistica, per raggiungere il pubblico attraverso una pluralità di strade diverse, più o meno usuali.
Seconda parte: lo spettacolo da dentro
La volontà divisa è uno spettacolo aperto. Si rivolge al pubblico, ma anche a chi lavora nel teatro e nell’arte: scenografi, musicisti, attori, registi. Viene chiesto a questi professionisti di collaborare attivamente alle successive repliche dello spettacolo con idee, intepretazioni, spunti, interventi a seconda degli ambiti specifici di ciascuna figura professionale. Il termine corretto sarebbe “work in progess”, anche se anni di sfruttamento travisato di questo termine hanno reso diffidente chiunque dall’approcciarsi a questo genere di attività, molto spesso semplice ricerca di collaborazione fattiva e a buon prezzo piuttosto che reale volontà di mettere in gioco tutte le forze creative per il raggiungimento di un prodotto artistico nato e sentito comune.
Se i suggerimenti sono funzionali a nuove e stimolanti ri-costruzioni dello spettacolo, verranno presi in considerazione, sperimentati insieme durante le prove e messi in atto nelle successive repliche, in una sorta di gioco sempre aperto al contributo esterno; il professionista proponente verrà incluso “in locandina” e prenderà parte agli eventuali utili che deriveranno dalla vendita dello spettacolo stesso, sulle percentuali di incasso stabilite di volta in volta.
P-Ars vuole incoraggiare in questo modo una nuova forma di partecipazione e di collaborazione verso e tra tutti quelli che si occupano oggi di spettacolo, arte e cultura in Italia. Al modello dello spettacolo chiuso e “speculativo” per pochi, al commento a posteriori del “io avrei fatto così”, si aprono le porte a quanti vogliono dare voce e realtà alle proprie idee. Perchè tutte le buone idee hanno diritto di essere messe in atto, al di là della fortuna o meno che il proponente può avere nella desolazione culturale e di opportunità che contraddistingue il nostro paese.
Oggi è fondamentale per la sopravvivenza delle arti e dei suoi operatori essere più solidali, e meno individualisti; rinunciare ad un po’ del proprio successo personale, a favore di quanti hanno avuto meno fortuna a causa dell’attuale crisi; ricostruire una sana competizione orizzontale tra pari, ed una ben più che giustificata contrapposizione comune verticale verso i cosiddetti gatekeepers, che decidono che cosa vedrà il pubblico, non sempre su criteri di bellezza e profondità della proposta.
Questo è il patto che P-Ars vuole stringere con i professionisti dell’ambito delle arti: creare nuove e reali forme di partecipazione per ridare impulso vitale alla cultura, abbandonando i vecchi modelli dei giochi di potere e di poltrona, restituendo alla buona arte lo spazio che le spetta, la dignità che la contraddistingue, l’importanza che riveste per la felicità dell’individuo e della società.
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Clicca qui per le fotografie della serata del 13/12/11 presso la Sala Espace
con Vito Ferro & Ombre e Lo Zoo degli Unni
Clicca qui per le fotografie delle serate del 21, 28 e 29 dicembre 2011 presso il Rainbow
Clicca qui per le fotografie della serata del 15/02/2012 presso HoChiMinh, a Pistoria
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