Id Siae: botta e risposta 2011
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In seguito agli ultimi provvedimenti della Siae in materia di musica e video sul Web...
Keywords rete, libera informazione, networks, governi, accesso

La SIAE scrive, a proposito della sua manovra nei confronti dei contenuti audio e video in Rete… e un websurfer risponde. Trascrivo il testo trovato in Rete:

La polemica oggi presente su newsletter e blog riguardo ai diritti sulla musica contenuta nei trailer, accende il faro su una regola da sempre contenuta nella legge italiana e nei trattati internazionali, per cui se una musica viene utilizzata l’autore di quella musica ha diritto ad un compenso. La SIAE è solo lo strumento attraverso il quale questa regola viene fatta rispettare.

Falso. La SIAE vorrebbe essere l'unico strumento attraverso il quale questa regola viene fatta rispettare. Per mantenere il suo monopolio, non si astiene da uno dei peggiori reati intellettuali, quello di informazione parziale; ricordiamo a tutti che la SIAE non fa beneficenza ma si trattiene laute percentuali per ogni azione di tutela svolta. In linea di principio, che qualcuno speculi su un diritto oppure un dovere formalizzato nelle leggi italiane ed internazionali è quanto mai riprovevole. Inutile sottolineare che uno se lo aspetterebbe da tanti, ma non da un'organismo che si occupa proprio di proprietà intellettuale. La prima alternativa esistente alla SIAE è quella dei Creative Commons http://www.creativecommons.it/ Inoltre, tutto l'impianto giuridico e filosofico che sta alla base della proprietà intellettuale, al giorno d'oggi, sta subendo profonde trasformazioni, in seguito alle nuove tecnologie partecipative e di condivisione in Rete. La SIAE fa leva sulla umanissima paura di essere copiati e plagiati, cosa buona e giusta, ma illude che riesca a difendere i proprietari delle idee. Solo in alcuni casi, quelli più eclatanti, allora si può parlare di diritto SIAE (cantanti tutelati dalle major, registi di fama, etc); ma se in questo momento una mia idea viene copiata e messa in atto da un altro piccolo copyrighter a Firenze, io non lo saprò mai e lui nel suo piccolo avrà il suo profitto. Oggi le idee premono per circolare e migliorare il mondo generosamente, indipendentemente dal suo creatore, che avrà come beneficio il vantaggio di vivere in un mondo condiviso e migliore, e non speculando su una trovata solo per sè.

Ricordiamo brevemente il contesto. In questi giorni la SIAE ha invitato numerosi siti di trailer a carattere commerciale a regolarizzare la propria posizione poiché diffondere al pubblico colonne sonore senza aver assolto i diritti rappresenta una violazione della legge. Nell’interesse di tutta la filiera cinematografica (incluse le riviste on line che si dedicano all’audiovisivo) è importante diffondere la cultura del rispetto dei diritti degli autori anche su Internet.

Che la SIAE si sia svegliata solo ora dovrebbe far insospettire già in prima battuta: la Rete non è certo una novità degli ultimi mesi, e siti che diffondono materiale audiovisivo a scopo promozionale ce ne sono sempre stati. Perché allora la SIAE decide soltanto ora questo giro di vite nei confronti del web? Perché la condivisione dei contenuti in Rete ha raggiunto in questo ultimo periodo livelli esponenzialmente più alti rispetto a quelli anche solo dell'inizio dell'anno, e soprattutto le tecnologie per poterlo fare sono diventate estremamente più semplici da usare per tutti, allargando il bacino di utenza. Sarebbe interessante capire quali sono i siti a carattere commerciale citati nella lettera della SIAE; ci si chiede, dunque, se il proprietario di un sito a carattere non-commerciale sarebbe esonerato da questo pagamento di diritti d'autore, una contraddizione in termini, perché i diritti d'autore esistono per tutti, oppure per nessuno. Viceversa, se personalmente surfassi sul web alla ricerca di contenuti audio e video da godere privatamente, sono punibile a norma di legge? O meglio, a norma di SIAE? Dovrei denunciare i contenuti non protetti che trovo in rete alla SIAE? Piuttosto, la spiegazione potrebbe essere un'altra: la SIAE agendo così sta tutelando i propri interessi, cercando di fare in modo che tutti i siti commerciali, cioè con possibilità di pagare, si rivolgano alla SIAE per diffondere contenuti video e musicali, partecipando così della speculazione in atto. Se è sbagliato che questi siti diffondano materiale protetto senza autorizzazione, è altrettanto sbagliato che la SIAE guadagni su questo senza l'autorizzazione degli autori dei video e delle colonne sonore. E ancora: se diffondo un contenuto video oppure audio di mia proprietà in rete e decido di mia spontanea volontà di lasciarlo di libera fruizione? La SIAE, forse, sta cercando dopo aver speculato sulle major musicali e cinematografiche di fare il grande salto in Rete.

I magazine e i blog cinematografici on line e gli altri siti aumentano la loro attrattività verso gli utenti (e quindi verso gli inserzionisti pubblicitari) arricchendo con i trailer e con la musica in genere i loro contenuti. È una bella opportunità offerta dal digitale con costi che, grazie alle soluzioni tecnologiche disponibili, come embedding e deep link, sono ormai alla portata di moltissimi siti e blog. In questo modo la rete è un vivaio di iniziative e di idee ed è anche un motore di sviluppo economico. Chi riesce ad azzeccare l’idea commercialmente più valida e a veicolarla ad un pubblico sempre più vasto, ha la possibilità di beneficiare economicamente della sua attività e del suo spirito imprenditoriale.

Cosa che evidentemente dà fastidio alla SIAE, che vorrebbe partecipare agli utili. Tuttavia, approfondiamo ulteriormente la questione: se magazine e blog cinematografici on line aumentano la loro attrattività verso gli utenti e gli inserzionisti arricchendo con i trailer e con la musica i loro contenuti… stanno facendo pubblicità gratuita agli autori dei trailer e ai musicisti citati. Quindi, per paradosso, non hanno diritto anche loro ad una percentuale sugli utili della vendita di cd e dvd inerenti da parte dei proprietari del materiale diffuso? Oppure, stanno facendo pubblicità gratuita, una cosa lodevole.

La musica è chiaramente tra le materie prime dei contenuti audiovisivi come i trailer. Dov’è la sorpresa se un’impresa deve pagare quando si procura le materie prime per fare business? Grazie ai produttori e ai distributori cinematografici i trailer arrivano pronti all’uso ai siti e alle riviste on line che trattano dell’argomento. L’unico diritto da pagare è quello per le colonne sonore. Chi le utilizza dovrebbe trovare tutti i titolari delle varie musiche, ma con la licenza della SIAE gli utenti risolvono il problema con un unico pagamento. La licenza della SIAE è quindi una soluzione pratica per chi vuole rispettare la legge. La questione dei trailer e più in generale dei contenuti audiovisivi promozionali è stata trattata con l’AGIS e con l’ANICA, che rappresenta produttori e distributori, ovvero coloro che sono anche i proprietari originali dei trailer.

A latere del fatto che sentire parlare di materia prima in ambito musicale oppure video stride parecchio… La
soluzione pratica della SIAE è in realtà una soluzione che fa buon viso a cattivo gioco: secondo voi, è possibile per la SIAE controllare tutta la Rete? E come dovrebbe comportarsi con siti ospitati su server all'estero, che non riconosco la sua autorità? Infine… chi se ne frega che la questione è stata trattata anche con Agis e Anica? A me non ha chiesto niente nessuno… a questo proposito, ripropongo un brano della Dichiarazione di Indipendenza del Cyberspace del 1996… fuori dalla Rete gli speculatori, e quanti li legittimano per partecipare agli utili! Qui in Rete le vostre leggi non valgono.

Il misterioso websurfer si firma con: Gustavo Lapassera.
Per la Dichiarazione di Indipendenza del Cyberspazio, clicca qui